CAI SEZIONE VILLADOSSOLA


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CORO ANDOLLA

CESSATA ATTIVITA'

Coro Andolla

Negli anni Cinquanta, all`indomani della seconda guerra mondiale, fra le genti ossolane la vita riprende con rinnovato entusiasmo.
Si riscopre il piacere di ritrovarsi, il poco tempo libero è vissuto con scarsità di mezzi ma con il piacere di viverlo e dividerlo con amici.
Ci si ritrova nelle domeniche in montagna in comitiva, riprendendo l`esempio e l`insegnamento dell`indimenticato dottor Rondolini.
In questo rinnovato contesto sociale si riscopre quel congenito senso della coralità delle genti ossolane, disperso a volte nei mille rivoli che stanno fra il folclore paesano e le vecchie scholae cantorum parrocchiali.
Lo strumento ”coro” si offre al progetto umano come il meno pretendente, il meno bisognoso di infrastrutture, in breve, il più povero e il più rispondente alla mancanza di qualsiasi mezzo.
Si perpetua ancora una volta il destino avaro e scarno delle genti ossolane: quello di farsi con le proprie mani e la propria testardaggine.
A conti fatti basta far buon uso del cervello, tanta passione e materialmente un tetto perché non ci piova o nevichi addosso.
E così nel poco tempo libero, scandito dalle sirene degli stabilimenti, la voce dei ”si parte” raccoglie il gruppo dei primi volontari con ancora addosso gli ultimi stracci residuati dalla guerra appena spenta, lo stomaco ancora mezzo vuoto e la speranza di incamminarsi, una volta ancora, sul sentiero della ricostruzione e della crescita civile e sociale.
Nello spirito della rinascita e della ricostruzione, un nutrito gruppo di giovani si dedica in quegli anni alla ristrutturazione di una vecchia baita situata in alta valle Antrona.
Quella ”baita” diventerà in seguito il rifugio Andolla ed è proprio durante le serate passate lassù, magari dopo una giornata di lavoro, che ci si ritrova nella migliore delle atmosfere per intonare semplici canti popolari, della montagna, o più semplicemente della guerra e della vita militare.
Quasi per incanto quelle prime esperienze corali vengono riproposte sotto la guida di un giovane e bravo musicista, il Maestro Luciano Rolandini che, con passione e competenza riesce ad istruire ed unire quei giovani così ansiosi di dare vita ad un coro vero e proprio seguendo il modello proposto dall`allora celebre e famoso Coro S.A.T. di Trento.
Con queste semplici premesse, nasce nel lontano 1954 il Coro Andolla del C.A.I. di Villadossola. Ma chi erano quei giovani ai quali si deve la nascita del coro che in seguito diventerà uno fra i più famosi e celebrati cori italiani?
Ebbene, abbiamo consultato gli annali dell`epoca ed ecco i loro nomi: Agodi Romano, Anchieri Bertino, Anselmi Domenico, Bartolucci Renato, Bianchetti Attilio, Bianchetti Elio, Bisca Silvio, Camerlengo Nino, Cerutti Sergio, Chiodin Novello, Dal Fitto Ferruccio, De Rosa Oreste, Fontana Mario, Lucchini Sandro, Manzoni Antonio, Padulazzi Gianni, Ponta Luigino, Redi Nini, Rolandini Luciano, Santin Luciano, Tarovo Carlo, Terazzi Nandino, Tondetta Berto, Tonelli Franco, Usurini Franco, Zammaretti Franco.
Il coro così formatosi prende il nome di ”Coro Andolla”, quasi a voler ricordare alle generazioni che seguiranno quel piccolo ”rifugio” così ben ristrutturato, severo nel suo ambiente montano ma nello stesso tempo accogliente, testimone di tanti momenti di spontanea amicizia e solidarietà umana.
Il coro, che si avvale anche dell`esperienza di validi elementi come Oreste, Nandino ed altri, cresciuti alla scuola di altri gruppi corali, non tarda a farsi conoscere in zona e nella provincia e ben presto la giovane formazione villadossolese si impone per le sue notevoli qualità vocali, ma soprattutto per quella carica di simpatia che ancor oggi, a distanza di quarant`anni, tutti gli riconoscono.
Il coro inizia così un`intensa attività concertistica e ben presto viene conosciuto ed invitato in molte località a tenere concerti o ad allietare manifestazioni folcloristiche e celebrative.
Nel 1961 giunge gradito l`invito a partecipare alla Festa dei fiori di Locarno dove il coro tiene un concerto per Radio Monte Ceneri, mentre nel pomeriggio sfila per le vie cittadine al seguito dei carri floreali, riscuotendo calorosi ed entusiastici applausi da parte della cittadinanza elvetica.
Questi prestigiosi risultati si devono certamente a tutto il gruppo ed al Maestro, che dedicano molto tempo allo studio, ma anche al valido contributo degli amici Totolo Aurelio e Vanni Aldo, che collaborano con il coro occupandosi del lavoro amministrativo, logistico ed organizzativo.
Un importante appuntamento è rappresentato nel 1966 dall`esibizione al Teatro Antoniano di Bologna, dove il coro, le Guide Alpine e le ragazze di Macugnaga con i loro suggestivi costumi portano l`immagine della nostra cultura e del nostro Monte Rosa.
Nel 1967 il coro partecipa al Concorso Nazionale Corale di Ivrea ricevendo un largo consenso sia da parte della critica che del pubblico presente.
Il 1969 vede la partecipazione al Concorso Nazionale di Roma, tenutosi in Piazza Navona, ed in quella occasione il coro viene invitato a registrare un concerto per la Radio Vaticana, concerto che verrà poi trasmesso in tutto il mondo.
Si partecipa anche a numerosi altri concorsi, quali quelli di Seregno,
Tradate, Lecco, Novara, Cesano Maderno, sempre riscuotendo ampi consensi di critica e di pubblico.
Successivamente il coro inserisce nel proprio repertorio alcuni canti locali inediti, frutto di una ricerca etnomusicale eseguita nelle valli ossolane, e l`esperienza si conclude con la registrazione di un disco contenente alcune melodie armonizzate dal Maestro Rolandini.
L`attività si protrae ininterrottamente fino all`anno 1976, anno in cui il coro è costretto a sospendere la propria attività anche per i molteplici impegni di lavoro e di studio del Maestro Rolandini.
Dopo un periodo durato circa quattro anni, durante il quale i coristi hanno voluto continuare a ritrovarsi anche solo saltuariamente per intonare qualche canto capace di risvegliare in loro le emozioni di un tempo, il coro si ricostituisce per volontà di molti ”vecchi” e di un promettente gruppo di giovani, questi ultimi ansiosi di realizzare una loro ambizione, quella di poter far parte del Coro Andolla.
L`incarico della direzione viene assegnato ad un ex corista, Franco Pallotta, che terminati gli studi ritorna con entusiasmo a fare parte del coro, felice di poter realizzare il sogno di molti ex coristi, quello di ricostruire il vecchio ”Andolla”.
Si riprende quasi in sordina con l`intento di continuare la precedente esperienza di ricerca dei canti popolari delle nostre genti di montagna.
E così nel 1982 il coro debutta al teatro Rosmini di Domodossola con un intero programma di canti popolari scoperti fra le tradizioni ed il folclore ossolano.
Sono passati tre Sono passati tredici anni da quando il coro ha ripreso la sua attività ed in questo periodo molte cose sono cambiate.
Non è facile ripercorrere con la memoria questa avventura, ricca di episodi, di situazioni umane, di tanti sacrifici, di lavoro a volte non da tutti compreso, ma anche di attestati di stima e di traguardi prestigiosi raggiunti. I canti popolari, se pure inediti ed originali, non soddisfano più le aspettative corali e musicali che si vanno proponendo fra i giovani coristi ed il Maestro.
Il desiderio di cimentarsi con qualcosa di nuovo e di più gratificante è tanto, per cui la ricerca di altri brani viene estesa anche alla tradizione di altre regioni italiane, poi europea ed infine a quella degli spirituals dei neri d`America.
La conoscenza di nuove esperienze corali contribuisce certamente ad arricchire il repertorio ma soprattutto il patrimonio culturale umano. Il tendere verso nuove mete e verso nuove esperienze musicali, nel rispetto di quei valori che sempre hanno tenuto allacciato il presente ad un passato anche remoto, ha permesso al coro di ampliare il proprio orizzonte musicale fino a comprendere le proposte culturali di epoche diverse.
I primi brani che il coro elabora appartengono infatti al patrimonio dei ”canti medievali” che i pellegrini intonavano lungo le vie che conducevano ai santuari della Provenza e della Spagna settentrionale. Queste nuove esperienze però prevedono l’uso di una vocalità corretta e completamente diversa, una conoscenza sempre più approfondita della musica corale ed una preparazione di base più specifica sia per i coristi che per il Maestro.
L’impegno, la passione, la costanza sono doti indispensabili per la vita di un coro, ma portano inevitabilmente con loro quei limiti che solo la scuola e lo studio possono risolvere e superare.
Il Maestro si iscrive alla Civica Scuola di Musica di Milano ed in cinque anni consegue il diploma di Direzione di Coro e Musica Corale sotto la guida dei maestri Bordignon, Streito, Cortese e Scaravaggi e successivamente si specializza con alcuni docenti del Conservatorio di Budapest. È di questi anni il periodo più entusiasmante del coro: si apprende, con non poco sacrificio, una tecnica vocale corretta e le musiche che si inseriscono nel repertorio sono sempre più di elevato valore artistico, musicale e storico.
Si scoprono autori come Palestrina, Croce, Des Prez, Kodaly, Poulenc ed altri e il coro, nel volgere di pochi anni, si trasforma da popolare a classico e cameristico.
L`”Andolla” si propone con un repertorio sempre più qualificante, i consensi sono sempre più di critica e gli inviti a tenere concerti arrivano dalle località più impensate.
Troviamo il coro in concerto a Vicenza, a Recoaro Terme, Bellinzona, Gavardo, Brescia, Orzinuovi, Busto Arsizio, Crevacuore, a Spoleto in un particolare ambiente suggestivo e culturale, oltre a numerosi concerti in zona.
Nel 1989 si vuole verificare il reale valore del coro partecipando (con un pizzico di presunzione ma anche con la consapevolezza di chi ha lavorato molto) ad un concorso prestigioso e severo. Si decide la partecipazione al Concorso Internazionale di Cori a Montreux, per essere esaminati e giudicati da una commissione internazionale notoriamente qualificata.
Il timore di non essere nemmeno presi in considerazione è tanto ed invece quel concorso rappresenta per l`Andolla un trionfo. Si impone davanti a cori provenienti da tutto il mondo ma soprattutto vince nella categoria dei Cori maschili con una votazione mai raggiunta da una formazione italiana e con una particolare menzione a pochi riservata, quella di ”Eccellente”.
Un quotidiano di Losanna, all`indomani dell`esibizione, dedica all`”Andolla” una fotografia a colori in prima pagina con la didascalia: ”Esecuzione perfetta del coro italiano Andolla”.
A quel lusinghiero risultato segue una serie di concerti prestigiosi. Ed ecco il coro esibirsi a Torino, Bergamo, Settimo Torinese, Vimercate, Gardone, Desenzano del Garda, Locarno, Orbasano, altre due volte a Torino e quattro concerti nel Biellese.
In uno di questi concerti il coro viene ascoltato da un noto docente di Canto Corale del Conservatorio di Milano e direttore artistico delle Settimane Musicali di Provaglio d`Iseo.
Ad un altro è presente fra il pubblico il Rettore dell`Università degli Studi di Milano.
A Provaglio d`Iseo il coro viene invitato a tenere un concerto ed in quella sede ottiene un entusiastico consenso anche da molti tedeschi abituali frequentatori di quei concerti.
Pochi mesi dopo il coro inaugura la nuova Aula Magna dell`Università Statale di Milano alla presenza di molte autorità e di una platea gremita all`inverosimile.
Il repertorio intanto si arricchisce di altre musiche, si inseriscono canti gregoriani, rinascimentali e del periodo barocco.
Il Maestro Crivellaro è chiamato ad inaugurare il restaurato organo settecentesco di Sillavengo con un concerto di musiche per coro e organo di Frescobaldi.
L`invito a partecipare rappresenta per il coro un lusinghiero riconoscimento ed al termine del concerto i coristi riceveranno le congratulazioni anche dei numerosi docenti e studiosi presenti in sala.
Ma questo meraviglioso momento non si esaurisce ed i concerti si susseguono a ritmo incalzante. Nel settembre `93 il coro viene invitato a tenere due concerti in Cecoslovacchia. In teatro sono presenti, oltre ad un nutrito gruppo di amici villadossolesi, anche il sindaco Ravandoni e l`assessore alla cultura Pirazzi.
La commozione è generale quando al termine del concerto il folto pubblico presente in sala si alza in piedi ad acclamare coristi e Maestro. All`indomani la critica musicale così concluderà un articolo apparso su un quotidiano della città di Pisek: «... uno splendido coro che per intonazione, espressività ed intraprendenza vorremmo segnalare anche ai nostri Conservatori di Musica».
La stima e gli apprezzamenti paiono non avere confini, il coro viene invitato ai concerti del Monte Mesma, a quelli della Badia di Dulzago, ai concerti del Sacro Monte di Orta, ed entusiasma il pubblico svizzero con tré concerti, a Neuchàtel, alla presenza del console italiano, a Sierre nel Vallese e ad Ascona nella incantevole cornice del Collegio Papio.
Che cosa riserverà il futuro al nostro coro? Sappiamo al momento di andare in stampa che parecchi sono i concerti già in calendario e nuove esperienze corali sono in programma.
Ma al di là di quello che riserverà il futuro al nostro coro, vogliamo qui ricordare con un po` di nostalgia, ma anche con tanta riconoscenza, quel gruppo di giovani che quarant`anni or sono seppero con il loro entusiasmo dare vita ad un`attività che ha saputo onorare nel corso degli anni il nome della nostra sezione e di tutta Villadossola.
Si conclude a questo punto il nostro viaggio a ritroso attraverso i quarant`anni vissuti fin qui dal coro. Tante altre cose si sarebbero potute dire pensando alle gioie e alle amarezze che si accompagnano alla vita del coro, di una comunità, protesi nell`ansia di scoprire e di darsi una propria identità. Ma si sa, questo è il destino dell`uomo, un destino che non cesserà mai di sopravvivere finché l`uomo inseguirà la speranza di migliorarsi e di confrontarsi con se stesso.
Questo è a nostro avviso il coro, inteso anche come incontro di uomini fatti di sensibilità, esperienze, professioni, opzioni politiche ed età diverse ma tutti impegnati a garantire un costante e motivante richiamo all`impegno per le nuove generazioni che nel mezzo delle loro inquietudini sentono ancora il piacere per le cose belle e per la musica.
Bibliografia: Cinquant’Anni Di Storia E Passione.
Edizioni C.A.I. Villadossola
“Il Coro Andolla” Franco Pallotta


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