CAI SEZIONE VILLADOSSOLA


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STORIA

Storia e Attività principali:
L`anno 1945 un gruppetto di giovani, poche decine ricchi di tanta passione per la montagna e buona volontà, fondarono la sezione di Villadossola del C.A.I.
Se qualcuno allora avesse detto loro che la loro associazione sarebbe assurta in pochi decenni ad un posto di primo piano nella grande famiglia del C.A.I. avrebbero giudicato questo novello profeta un po` tocco nel cervello. Eppure questa è la realtà: 1600 Soci, un`eccezionale sede sociale, rifugi, bivacchi, scuole di Alpinismo e corsi di Scialpinismo che hanno già lanciato alpinisti di notevole valore, e poi tante attività culturali e sociali in vari campi come: fotografico, scolastico, partecipazione della natura, soccorso alpino, segnaletica dei percorsi di montagna, senza dimenticare il Coro Andolla ormai di fama internazionale, che sebbene ora abbia vita indipendente ha le sue profonde radici nella nostra sezione ed ha contribuito molto a farla conoscere.
Oltre a queste attività proprie, la nostra sezione ha sempre partecipato efficacemente alle attività nazionali o regionali, sempre presente a tutte le Assemblee. Così ha contribuito alla formazione del gruppo ”Est Monte Rosa” col quale collabora in attività collettive: degne di nota furono le manifestazioni collettive organizzate per la celebrazione del centenario del C.A.I., culminate nel raduno al nostro vecchio rifugio Andolla. Ha pure contribuito in modo determinante alla formazione della Scuola di Scialpinismo”Massimo Lagostina”, alla quale partecipò per diversi anni prima di dar vita a corsi propri per comodità logistica e per incrementare maggiormente lo Scialpinismo locale.
Questa in sintesi è la nostra sezione quale si presenta al traguardo del mezzo secolo di vita. Un livello d’importanza che ha del miracoloso se si pensa che è sbocciata in una comunità di poche migliaia di abitanti. Certamente è stato possibile per l`entusiasmo, la buona volontà e l`armonia che da sempre hanno animato i fondatori e quelli che li hanno seguiti a ruota.
Ma oltre a questo io vedo la chiave del successo in due altre condizioni: una di carattere territoriale ed una di carattere affettivo o sentimentale. Mi spiego: Villadossola è la porta della valle Antrona, questa è la sua valle specifica e costituisce logicamente il suo naturale e principale campo d`azione. Valle bellissima, ricca di acque, laghi, boschi, contornata da monti belli anche dal lato alpinistico, tuttavia era rimasta a lungo quasi ignorata dal mondo alpinistico ed anche escursionistico, specialmente nella parte alta, cioè le due valli (Troncone e Loranco), nelle quali si biforca ad Antrona.
Poco frequentata anche dagli ossolani, questo forse perché di scomodo accesso, prima che l`automobile diventasse di uso popolare, e per mancanza di punti di appoggio (rifugi e bivacchi), nella parte alta.
Fu naturale che i novelli Soci rivolgessero ad essa la propria attenzione. E l`aver ricevuto in eredità un rudere di rifugio, situato in posizione strategica, a quota 2000 metri, ai piedi della bella catena che va dall`Antigine al Weissmies fu una fortuna. Con una spesa relativamente modesta, ma con molta buona volontà, senza risparmiare la fatica, fu possibile rendere il rifugio abitabile e accogliente, dotato di energia elettrica e teleferica per i rifornimenti. Era l`anno di grazia 1953.
La presenza del rifugio spalancò la porta della valle Antrona agli alpinisti e per la nostra sezione fu il primo trampolino di lancio, ci diede fiducia ed entusiasmo e moltiplicò la nostra volontà di fare.
L`occasione si presentò presto, e questa volta intervenne la componente ”affettiva”, alludo alla costruzione della nostra sede, che fu la soluzione del secondo grande problema che ci assillava e che fu realizzata nel modo migliore che ci si potesse aspettare.
L`aver concordato con il comune la costruzione della ”Casa Alpina” dedicandola alla memoria del dott. Giovanni Rondolini ci accattivò la simpatia di tutta Villadossola, perché nel suo cuore era sempre profondo l`affetto per il suo Dottore. Anno di grazia 1957.
L`inaugurazione della Casa Alpina fu una cosa commovente, partecipò tutta Villadossola come un plebiscito! Da allora la nostra sezione diventò parte integrante di Villa. D`altra parte la sezione fece sempre il possibile per meritare questa simpatia, cercando di rendersi utile ogni qualvolta si presentava l`occasione.
Con la sede si poté finalmente dare inizio a tutte quelle manifestazioni che senza sede non erano possibili. Ne seguì un intenso progressivo aumento di Soci, migliorando così anche le possibilità finanziarie necessarie per realizzarle. Ultimo atto della nostra marcia trionfale... fu l`inaugurazione del rifugio nuovo, anno 1986, un capolavoro nel suo genere, che fa onore a tutta l`Ossola.
Da qualche tempo la sezione sta dedicando particolare attenzione al miglioramento dei corsi istruttivi (alpinismo, scialpinismo, escursionismo), con particolare riguardo ai giovani, intensificando la collaborazione con l`ambiente scolastico, concordando programmi teorici e pratici, attività escursionistiche e culturali adeguate, convinti di fare un`opera altamente sociale, perché la conoscenza e l`amore per la natura è fondamentale per la formazione di una società migliore.
Desidero terminare queste considerazioni con un pensiero riconoscente ed affettuoso a quelli che non ci sono più, con una lode per gli attuali dirigenti ed organizzatori, perché dimostrano di essere animati da tanta buona volontà, e li esorto a fare sempre di più e meglio in buona armonia, e infine voglio ripetere l`appello che Quintino Sella, quando fondò il Club Alpino Italiano, lanciò ai giovani:
«Correte alle Alpi, die vi troverete forza, bellezza, sapienza e virtù!».

Bibliografia: Cinquant’Anni Di Storia E Passione.
Edizioni C.A.I. Villadossola
“Considerazioni” Ing. Giovanni Rossi

Dal nulla al C.A.I.
Se si vuole fare una breve storia dell`escursionismo a Villadossola non si può derogare dal ricordare un benemerito escursionista:
il dott. Giovanni Rondolini, medico condotto (persona benvoluta e stimata, capace di riunire molti appassionati dell`escursionismo montano in gruppi omogenei ed organizzati), che si assunse per primo l`incarico e l`impegno di organizzare gite escursionistiche a scopo salutare e culturale per i bambini delle scuole del paese, vero promotore di tutto quello che in merito si prolungherà nel tempo.
Rivolgendosi al prossimo era solito affermare: «È la montagna che ci fa più buoni, che ci fa amare la vita sempre più, è la montagna che da la felicità e soddisfazione, questo salutare e prezioso mezzo di irrobustimento l`abbiamo qui alla mano, alla portata di tutti, approfittiamone!».
La prima guerra mondiale è appena finita, il peggio è ormai passato, se pur con qualche difficoltà si ritorna alla normalità, bisogna riprendere a vivere, educare i bambini alla pace, ad amare la vita offrendo loro svago e cultura nel divertimento. È su sua sollecitazione e guida che nell`anno 1919 e seguenti si intrapresero passeggiate escursionistiche montane con gruppi di scolaresche del paese, iniziativa personale che non fruiva di appoggi organizzativi societari, ma che era un semplice invito, un incentivo alle passeggiate sui nostri monti quale sano passatempo e igienico esercizio, specie per i giovani e i giovanissimi.
Le gite, organizzate sempre più frequentemente, fecero sì che, con il trascorrere del tempo, sempre più spesso ai giovani scolari si associassero anche i grandi, vogliosi di conoscere le bellezze alpine della nostra Ossola con l`occhio dell`escursionista, cioè attento a tutte le sfumature di colori che le nostre belle montagne offrono in ogni stagione dell`anno.
Buon propagandista, fu coadiuvato nel lavoro organizzativo e pratico da altrettanti appassionati d`escursionismo quali: Paganoni Annibale, Paganoni Giocondo, Michetti Carlo e De Santi Ernesto, guide e controllori nelle gite organizzate affinché non si avessero a verificare incidenti di sorta che potessero turbare gli animi e l`incolumità dei partecipanti, ”pastori di marcia” come erano denominati.
Il tempo scorre lentamente e le gite organizzate sono sempre più numerose, il gruppo si ingrossa, e da qui la riscontrata necessità o desiderio del direttivo di uniformarsi in un gruppo associativo nazionale, che desse tutte le garanzie di ufficialità all`attività organizzativa.
Bisognava scegliere dove associarsi fra il C.A.I. o una federazione escursionistica, forse si optò per l`escursionismo U.O.E.I. essendo l`alpinismo considerato sport agonistico, di conquiste, di competizione, ecc.

U.O.E.I.
Il giorno 8 gennaio 1922 il solito gruppetto di 24 uomini, appassionati escursionisti riunitisi in una sala del Caffè Commercio in frazione Cappella per decidere come operare per portare il gruppo all`adesione ad una associazione escursionistica alpinistica federativa, che desse appunto maggiore ufficialità e prestigio alle gite programmate, fonda la sezione locale della U.O.E.I (Unione Operaia Escursionisti Italiani).
Ente costituito nel 1911 a Monza, integrato nella C.A.E.N. (Confederazione Alpinistica Escursionistica Nazionale), che nello Statuto si proponeva come scopo primario di: «Propagandare lo sport che generalizza le escursioni (gite o peregrinazioni) attraverso campagne e monti a scopo ricreativo, igienico ed anche istruttivo e scientifico, tenendo lontano dalle tentazioni del gioco d`azzardo e dell`alcool la massa lavoratrice nel tempo libero». Filosofia che si riflette nel motto adottato dall`Unione: «Per il monte contro l`alcool».
Nel corso della stessa riunione, dopo aver discusso e definito le modalità da espletare per la presa di contatto con il Comitato Centrale U.O.E.I. per il riconoscimento ufficiale della sezione, ad unanime consenso, dopo aver stilato un generico programma operativo da attivarsi nel corso dell`anno, seduta stante si procede per votazione all`elezione del Primo Consiglio Direttivo, che si espresse così:
Presidente: Pironi Agostino
Segretario/Cassiere: Peparelli Lamberto
Direttore Escursioni: Zecca Umberto
Addetto Stampa: Morgantini Fernado
Consiglieri: Claus Giuseppe – Terrazzi Fernando – Bacenetti Fabrizio
Presidente Onorario dott. Giovanni Rondolini, promotore, nobile figura d`uomo e di medico, benefattore e filantropo per eccellenza, pioniere dell`associazione escursionistica locale, profondo conoscitore ed amante delle montagne ossolane, delle quali non trascurò mai di propagandare le bellezze.
Nel primo anno di attività ufficiale vennero effettuate escursioni all`alpe San Giacomo, alla Cima di Castiglione, al Pizzo delle Pecore, Aulamia, Lusentino, Cheggio, Maianco ed altri alpeggi. Per merito della sezione U.O.E.I. la passione per la montagna a Villa si diffonde. Sempre più numerosi sono coloro che vanno ad ingrossare le fila del sodalizio: i Soci iscritti sono 146, raggiungeranno le 340 unità nel 1945.
Nel 1923 l`attività continua intensa, si organizzano 12 gite escursionistiche nel periodo estivo, con particolare attenzione per San Giacomo, Lusentino, Maianco e Mottarone, che si ripetono, e tre escursioni invernali ad Antrona e Moncucco.

S`inaugura il gagliardetto
Domenica 8 luglio 1923 va ricordata come tappa importante per la sezione poiché per festeggiare l`inaugurazione del gagliardetto della sezione U.O.E.I. locale viene organizzato un grande concentramento a Villadossola di altre sezioni consorelle. Il nutrito programma dei festeggiamenti prevede il raduno dei Soci della locale sezione sul piazzale della stazione ferroviaria per dare il benvenuto alle delegazioni ospiti provenienti da altri paesi, per proseguire poi in corteo sino alla piazza IV Novembre al Ponte, luogo di concentramento di tutte le delegazioni invitate e delle autorità, dove avrà luogo la cerimonia d`inaugurazione del nuovo gagliardetto uoeino della sezione.
Di fronte ad un folto pubblico il dott. Rondolini apre gli interventi oratori con l`augurio di benvenuto rivolto a tutti gli amici della montagna e alle delegazioni uoeine e del C.A.I. presenti e termina ringraziando tutti i convenuti per la massiccia partecipazione all`evento.
In rappresentanza della Sede Centrale U.O.E.I. il Presidente Ing. Morosini, accompagnato dall`alfiere con il gagliardetto Nazionale, nel suo intervento oratorio avrà parole di compiacimento e di elogio all`indirizzo del Presidente e della Sezione per il lodevole operato e l`impegno profuso in questo primo anno di attività uoeina e, formulando i migliori auspici per il vessillo che si andrà ad inaugurare, invita a continuare sempre con lo stesso impegno nel propagandare la pratica dell`escursionismo ai giovani. Fanno seguito gli interventi del Sindaco, autorità civili e militari, Presidenti delle sezioni che hanno voluto onorare con la loro presenza l`avvenimento.
Dopo i convenevoli di rito e il concerto tenuto dalla banda musicale della Metallurgica Ossolana diretta dal Maestro Monte ha inizio la cerimonia di inaugurazione.
Alle poche ma commosse parole d`augurio al nuovo vessillo (sorretto dall`alfiere Stefanini Luigi), pronunciate dalla madrina Sig.ra Luisa Ceretti, viene tolto il velo che lo ricopre e inaugurato il gagliardetto fra scroscianti applausi e la benedizione del Parroco Don Giacomo Fortina. I festeggiamenti si protrarranno per quasi un`ora con interventi oratori di molti rappresentanti delle sezioni convenute intervallati da brani musicali della banda della Metallurgica Ossolana.
Chiude il dott. Rondolini ringraziando ancora una volta tutti i convenuti per l`entusiastica partecipazione e con l`invito a raggrupparsi per portarsi a Cheggio, dove continuerà la festa.
Quando tutto sembrava assolto, fra la sorpresa generale l`imprevisto intervento del socio uoeino Cesare Cristina a declamare una sua poesia dedicata alla fiamma azzurra appena inaugurata, composta per l`occasione (si era fra l`altro premurato di far stampare più copie che distribuì ai presenti), che riscosse consensi ed applausi, tanto che in seguito, pare, diventò l`inno ufficiale della sezione, da cantarsi nelle escursioni.
Come da programma e come logica vuole in simili circostanze, i componenti le sezioni uoeine e C.A.I. presenti, sistemati su autocarri, raggiunsero l`alpe Campo, dove ha termine la carrozzabile, per proseguire a piedi lungo il sentiero montano sino a Cheggio, dove fra canti, balli e boccali traboccanti di buon vinello nostrano la festa proseguì nell`allegria sino al tramonto, quando ormai esausti ma soddisfatti tutti i gitanti intrapresero la via del ritorno a Villadossola.
Sempre sorretta dall`entusiasmo continua nel tempo l`attività organizzativa della sezione guidata dai Presidenti Rondolini, Pironi e Rigoli, coadiuvati da tutti i consiglieri.
Ogni fine settimana immancabilmente veniva programmata una gita, nei mesi estivi alcune riservate agli scolari delle elementari negli alpeggi di Sogno, Maianco, Aulamia, Pianino e San Giacomo.
Ma la recente situazione politica venutasi a creare nel paese dettava nuove regole.
Nel 1925 con l`istituzione dell`O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro): grande istituzione del regime fascista che si poneva di promuovere la costituzione, il coordinamento e la propulsione di istituzioni atte a elevare fisicamente, intellettualmente e moralmente i lavoratori nelle ore libere dal lavoro, che obbligatoriamente voleva l`integramento in essa di tutte le attività sportive e culturali del paese, non permetteva che fosse lasciata a parte la sezione uoeina, che in quel momento contava più di 300 iscritti.
Più volte sollecitato dal segretario politico del fascio locale Parnisari Carlo, il presidente uoeino Riccardo Rigoli invita i soci all`iscrizione al dopolavoro, per poter continuare indisturbati l`attività, ma senza ottenere unanimi consensi: nessuno è disposto al cambio di rotta.
Il giorno 19 novembre 1927, convocati i vari gruppi sportivi del paese nella sede del fascio locale per procedere, per votazione, all`elezione del nuovo presidente e del consiglio direttivo del Dopolavoro ”Cesare Battisti” di Villa, si conveniva all`elezione di Riccardo Rigoli alla Presidenza, Copresidente Dott. Rondolini, Vicepresidente Silva Angelo, Segretario Attilio Bosio, Vicesegretario Terazzi Ferdinando, Consiglieri Bartolozzi Pilade, Bernetti Trento, Borellini Protasio, Bresciani Giacomo, Clerin Alfonso, Piazza Riccardo, Savoini Cesare, Zanelli Giovanni e Zanotti Evaristo.
La sezione uoeina comunque continua indisturbata nel suo cammino. Vengono organizzate gite al Mottarone, Capanna Legnano, Pizzo delle Pecore, Colma di Castiglione ed altre. La media annuale delle gite è di 16 estive, 4 sciistiche invernali.
Nell`estate il numero dei partecipanti ad ogni gita varia da 80 a 240 persone, comprendenti anche interi nuclei familiari.
Il 6 maggio 1931 è nominato ufficialmente Direttore di marcia della sezione Fontana Giovanni ”Giuan”, uomo semplice, onesto, cortese, conoscitore delle montagne ossolane come pochi, suonatore di corno per richiamare alla partenza o al raduno di rientro gli escursionisti, sempre primo all`appuntamento.

La fontana di San Giacomo
San Giacomo con il suo Oratorio dedicato al Santo è sempre meta di più escursioni annuali. Di qui il desiderio di erigere in zona una baita-rifugio che accogliesse i gitanti bisognosi di riposo ristoratore.
Se ne fece carico personalmente il dott. Rondolini, che all`uopo, acquistata da privati una baita a Basciumo in prossimità dell`Oratorio, provvide alla sistemazione ed all`arredo, cedendola poi in uso alla sezione uoeina, al prezzo simbolico di una lira d`affitto annuo.
Essendovi in zone vicine una sorgente d`acqua, lo stesso, prima dell`uso, per sincerarsi delle sue qualità, inviò un campione ad un istituto qualificato per le analisi chimiche; ricevuta risposta positiva sulla bontà dell`acqua sorgiva del ”fontanone” (comune di Piedimulera), con decisione unanime del Consiglio Direttivo della sezione, si decide per l`allacciamento e la costruzione di una fontanella distributrice.
Un sopralluogo fatto da Rondolini, Pironi e Peparelli per preventivare i lavori da farsi ed i costi per portare l`acqua al rifugio evidenziò la necessità di costruire una derivazione che con l`innesto di una tubazione della lunghezza di circa 500 m portasse l`acqua al rifugio sino alla prevista fontanella erogatrice e di una vasca di raccolta.
Approvato il progetto dal Consiglio della sezione, previo consenso all`allaccio dal comune di Piedimulera, il dott. Rondolini, in data 19 agosto 1931, invia la lettera al Podestà con richiesta di concessione dell`uso dell`acqua del ”fontanone”:
«Ill. /mo Podestà di Piedimulera,
il gruppo escursionisti del Dopolavoro ”Cesare Battisti” di Villadossola avrebbe intenzione di fare una derivazione d`acqua in Basciumo avanti e presso la Cappella di San Giacomo sul versante verso Pallanzeno, captando l`acqua dal fontanone nel punto dove affiora la sorgente (senza fare scavi, ne estesi, ne profondi) lasciandovi ancora un piccolo gettito per i passanti».
La risposta positiva del Podestà non si fece attendere molto. Bisognava ora provvedere alla captazione del materiale necessario:
tubi, attrezzature varie e cemento atte alla bisogna, e dare inizio ai lavori.
Il fondo cassa della sezione, prodotto dalle quote tessera e da proventi di lotterie e feste danzanti organizzate un paio di volte all`anno dalla sezione per incamerare fondi, era più che sufficiente a coprire la spesa, poiché la manodopera fu prestata gratuitamente da molti soci della sezione.
Sempre per interessamento del dott. Rondolini in rappresentanza della sezione, il direttore dello stabilimento S.I.P.S., dott. Milani, fornì gratuitamente un quantitativo rilevante di tubi usati ma buoni; il Comune di Villa fornì anch`esso una parte di tubi occorrenti, altri tubi nuovi a completamento vennero acquistati per un importo di £. 417,80 dallo stabilimento SET, il cui direttore concesse di usufruire gratuitamente della loro officina per la saldatura e la lavorazione dei tubi e l`ing. Gianoglio della Metallurgica Ossolana l`uso gratuito dei forni per la pulitura e catramatura dei tubi, e questo fu il primo passo.
La manodopera per la preparazione, la lavorazione e la posa delle tubazioni conduttrici dell`acqua venne svolta gratuitamente dagli esperti Pironi, Tieghi e Peparelli, mentre per la costruzione della vasca in cemento operò Pirosetti Giovanni.
Ultimata la preparazione del materiale, per il trasporto a Basciumo del tutto, l`attrezzatura occorrente ai lavori, il materiale venne dapprima portato alla Centrale Colombo di Pallanzeno e da lì con il montacarichi della stessa (gentilmente concesso) sino alla vasca, da cui mediante l`avvicendarsi di gruppi di uomini e donne uoeine trasportato a spalla sino a San Giacomo. Tutto il lavoro si svolse tra il 22 maggio e il 12 giugno.
Nel contempo circolava voce che qualcosa di nuovo stava per accadere attorno alla sezione uoeina, un qualcosa che avrebbe portato la stessa ad un cambiamento di rotta nell`attività ed alla guida del gruppo; difatti, se non a sorpresa, il giorno 21 maggio 1932 è convocata l`assemblea dei soci nella sede all`Albergo Italia per comunicare lo scioglimento della sezione uoeina imposto dall`autorità e l`invito contemporaneo a tesserarsi al Dopolavoro - sezione escursionisti - per poter continuare l`attività organizzativa:
relatore dott. Giovanni Rondolini e Rigoli Riccardo.
Alla notifica del provvedimento si hanno reazioni decise ma composte, anche perché l`invito a tesserarsi alla Sezione Escursionisti Dopolavoro veniva da chi per anni era stato presidente della sezione uoeina ed ancora socio Rigoli Riccardo, appassionato escursionista benvoluto e stimato da tutti.
Con l`istituzione del Dopolavoro ed il concentramento obbligatorio integrativo di tutte le attività sportive e culturali in esso, era scontato che si arrivasse a tanto. Alcuni soci, nel tentativo convinto di poter ancora far sussistere la sezione uoeina e usufruire inoltre di una libertà d`azione autonoma, compresa la finanziaria, si tesseravano singolarmente al Dopolavoro.
Si temeva che l`intromissione politica nello sport influisse negativamente, ma fortunatamente non fu così, tutto continuò come prima, forse anche perché gli uomini eletti alla guida della sezione della F.I.E. (Federazione Italiana Escursionismo) del Dopolavoro erano gli stessi: Rondolini, Rigoli, Pironi, Terazzi, Tieghi, Michetti, Fontana ed altri, persone stimate e prima di tutto amanti della montagna.
Come se nulla fosse cambiato (pur cambiando), durante le gite escursionistiche, fra i vari canti montanari e patriottici, si continuò a cantare l`inno uoeino.
Il 18 luglio 1932 nella sede sezionale all`Albergo Italia si concordava con il parroco don Giuseppe Gambaro il programma religioso e la data del 31 luglio di svolgimento della festa dell`oratorio di San Giacomo per l`inaugurazione e benedizione della fontana.
Il giorno precedente la festa si tenne una riunione del gruppo presso la sede del Dopolavoro per stabilire le incombenze nominali da attuare per la buona riuscita della festa al San Giacomo. Sono presenti: Rigoli, Rondolini, Pironi, Peparelli, Terazzi, De Paoli, Fontana, Mazzocchi, Zotti, Manni, Tieghi, Salati, Salamone, Gamba, Bianchetti, Canova, Baldana, Rondolini Germano, Rondolini Luigi ed il Maestro Monte Salvatore della banda musicanti della Metallurgica Ossolana.
Domenica 31 luglio festa di San Giacomo. Ritrovo dei partecipanti alla frazione Cappella alle ore 4.30 per la partenza, in poco più di un paio d`ore si raggiunge Basciumo. Sarà una giornata di festa indimenticabile, le oltre duemila persone, ”un record”, convenute anche dai paesi vicini si sono trovate alla sommità del monte San Giacomo per presenziare all`inaugurazione della fontana ”zampillante acqua freschissima”, che la sezione U.O.E.I. Dopolavoro mediante prestazione volontaria aveva fatto sorgere presso l`oratorio del santo, in prossimità della casera, che la
filantropia del dott. Rondolini aveva provveduto ad acquistare ed attrezzare a rifugio ad uso degli escursionisti e alpinisti.
Le due strutture furono inaugurate con la benedizione del parroco di Villadossola Don Giuseppe Gambaro durante la Santa Messa al campo.
Fece seguito l`intervento oratorio del dott. Rondolini, che dopo aver ringraziato tutti per la massiccia partecipazione illustrò l`opera compiuta ai presenti facendo risaltare il valore della collettiva, volontaria cooperazione.
A ricordo della cerimonia la sezione volle murare una targa in bronzo sulla Casa Rifugio ed una sulla fontanella a ricordare un benemerito socio fondatore della sezione venuto a mancare durante i lavori.
Fra tanta folla, presenti all`inaugurazione le sezioni consociate del Dopolavoro di Piedimulera, Pallanzeno, Montescheno, Seppiana, Prata, Vogogna, Domodossola, la S.E.O.-C.A.I. Ossolana e le bande musicali della Metallurgica Ossolana e di Pallanzeno.
La giornata continuò allegramente fra giochi, canti e intermezzi musicali eseguiti dalle bande fino alle ore 16,30, quando in processione religiosa si prese la via dei ritorno con tappa a Gaggiti, dove ad accogliere i gitanti si erano radunate altre persone per continuare la festa.
Intanto continua instancabile l`attività organizzata: ben 21 sono state nel 1933 le gite che hanno raccolto alla partenza una media di 80/135 presenze, la popolarità di questi raduni raccoglie consensi inaspettati.
Il 9 agosto 1933 avviene il trasloco di mobili, suppellettili e carteggi dalla sezione uoeina alla sala riunioni del Dopolavoro Comunale. Inizia un nuovo periodo con la sezione integrata al Dopolavoro e si continuano ad organizzare gite e raduni. Il numero dei partecipanti è sempre stabile se non in aumento.
Nel mese di luglio del 1937 un`escursione alla Capanna Legnano raggruppa alla partenza ben 171 partecipanti e 220 nel mese di agosto per un`escursione al Mottarone.
Fanno seguito nel tempo escursioni varie al Pizzo Ton, Cistella, Pedriola, Pizzo delle Pecore, gite a Craveggia, Sogno, Maianco, Lusentino ed altri alpeggi.
Nel 1939 la situazione venutasi a creare nel paese con l`entrata in guerra dell`Italia non consente di continuare l`attività con la medesima intensità e tranquillità, diminuiscono le gite che nel 1940 si riducono a Codelago, Capanna Legnano, Pedriola, Cheggio e poche escursioni a Sogno e Lusentino.
Il periodo bellico porta inesorabilmente ad un ridimensiona mento del numero delle gite sino a quasi annullarle, ma per rilevare il risveglio immediato dell`amore per l`alpinismo è doveroso ricordare che già nel 1944, appena le condizioni lo permisero, un gruppetto di alpinisti (che si identificò col nome di Edelweiss), guidati dai fratelli Terazzi Piero e Nando, fece una gita al Moncucco (13 aprile), al Pizzo delle Pecore (30 aprile e 14 maggio) e nel mese di dicembre un`escursione sciistica ad Antrona.
Nei primi mesi del `45, prima ancora della costituzione della sezione C.A.I. (al quale si integrava già allora), il gruppo Edelweiss il 4 febbraio attuò una gita sciistica ad Aulamia, ed il 18 ed ancora il 25 febbraio a Moncucco, il 20 maggio un`ascensione al Pizzo Ton e il 31 dello stesso mese al Pizzo delle Pecore.

Dall`Edelweiss al C.A.I.
È da questo gruppetto di temerari appassionati di montagne, più portati alla pratica sportiva alpinistica che all`escursionistica, e che già nei primi mesi dell`anno intrecciano contatti con i vecchi Soci della gloriosa U.O.E.I. (frattanto ricostituitasi in sezione), che parte l`invito a fondersi in un solo gruppo alpinistico costituente una nuova sezione del C.A.I. Villadossola.
Non fu facile, per questi, convincere i vecchi uoeini guidati dal dott. Rondolini, Pironi e Soci, non propensi al cambiamento proposto, ma la passione per la montagna, gli argomenti che li univano, e l`insistente costanza dei fratelli Piero e Nando Terazzi l`ebbero vinta.
Con l`adesione dei Soci della sezione U.O.E.I., qualcuno a malincuore, raggiunsero il fine che portò poi alla convocazione in assemblea dei due gruppi (U.O.E.I. e C.A.I.), nella sala riunioni dell`Albergo Italia, 1`8 giugno 1945 per, uniti, fondare la sezione villadossolese del C.A.I. e nominare seduta stante il Presidente e il Consiglio, che avrebbero poi dovuto concretizzare l`avvenimento intervenendo presso la Sede Centrale del C.A.I. Per il riconoscimento ufficiale di nuova sezione operante, che, per gioia loro, non tardò a realizzarsi, il tutto facilitato sicuramente dalla constatazione dell`alto numero dei Soci aderenti alla sezione che a novembre raggiunse le 272 unità.
La sezione iniziò ad operare immediatamente ed a distanza di otto giorni, il 16 giugno è convocata l`assemblea generale dei soci nella sala riunioni dell`Albergo Italia per l`elezione del Consiglio direttivo, assegnazione cariche sociali e verbalizzazione di costituzione della sezione.
La sezione appena costituita si dimostrò subito operativa con l`organizzazione della 1° gita escursionistica il 24 giugno al Piazzone, a seguire 1`8 luglio al Moncucco, al Pizzo Andolla il 20 luglio e il 27 al San Giacomo, il 2 settembre al Pizzo delle Pecore, 16 settembre a Lusentino e il 31 dicembre gita sciistica al Moncucco. Come sempre numerosi i partecipanti.
Il primo consiglio eletto per votazione nel 1945 voleva Presidente Onorario dott. Giovanni Rondolini, Presidente Terazzi Piero, Vicepresidente Travaglino Bruno, Segretario Pozzetta Mario, Consiglieri: Mocchetto Antonio, Maritano Walter, Fontana Giovanni, Fontana Felino, Montecchi Osvaldo, Beltrami Umberto, Rameggio Aldo, Pironi Agostino, Terazzi Nando, Brighi Alma e Travaglino Erica.
Continua nel 1946 con l`entusiasmo di sempre l`attività escursionistica e alpinistica e si susseguono numerose gite e scalate sui nostri monti.
Domenica 27 febbraio viene organizzata per la prima volta in Villa dalla sezione C.A.I. una gara di sci di fondo da corrersi attorno al paese con traguardo posto in centro (corso Italia), per un percorso di 6 km. La gara ha avuto un concorso di pubblico numeroso ed entusiasta.
Una trentina i partecipanti provenienti anche da fuori paese, che hanno dato vita ad una combattuta gara sportiva con soddisfazione del pubblico e degli organizzatori. I premi in palio: lire 1500 al primo, 1000 al secondo, 500 al terzo, 400 al quarto, 200 al quinto e 100 al sesto.
Lele Mellerio (detto ”Svizzer”) che godeva i favori del pronostico doveva abbandonare dopo soli 2 km per un incidente. La gara si concluse con la vittoria di Maltempi Giulio (Domo), davanti a Rastelli Mario (Villa), terzo Pezzini Enzo (Domo), quarto Maltempi Paolo (Domo), quinto Borri Giovanni (Villa) sesto Maltempi Angelo (Domo).
La serata danzante organizzata dalla sezione all`Albergo Italia chiude felicemente la giornata.
Il 17 aprile 1946 alla sezione viene aggregata la sottosezione di Piedimulera, il cui reggente De Marco Mario entra a far parte del Consiglio Direttivo.
Nell`anno vengono organizzate gite a San Giacomo, Piazzone, Lusentino, Colma di Castiglione, Pizzo Castello, Moncucco, Pianino, Aulamia, Testa dei Rossi e Pizzo delle Pecore.

Nuovo gagliardetto
Domenica 9 giugno 1946 festa campestre al Piaggio organizzata dalla sezione per l`inaugurazione del nuovo gagliardetto, madrina del vessillo Pidroni Elide di Giovanni e Appetito Annetta.
È il dott. Rondolini a tenere il discorso inaugurale: «Un pensiero a tutti i compagni benemeriti dell`escursionismo e specie a quelli che si prestarono con pazienza, bontà e comprensione al compito, non disgiunto da sacrificio, di fare da guida e da custodi, da pastori, come usavamo dire, dei numerosi giovanissimi, prevenendone gli sbandamenti e aiutando e confortando quelli a cui veniva a mancare più il coraggio che la forza. Il vessillo della sezione C.A.I. è stato donato dalla sig. Anna Peparelli Lanza, che volle gentilmente, e con squisito senso di amorosa cura e di finissimo arte ricamatrice, confezionare ed adorare la nostra fiamma, certo rammentando nel lungo, diligente e paziente lavoro le felicissime gite montane godute col suo buon papà Lamberto... alla cara madrina figlia dei nostri monti... una mia carezza ed un grazie di cuore da noi tutti, non si accontentò di un contributo di ideale maternità dato alla nostra fiamma, ma volle accompagnarlo con un dono che io passo al presidente Piero Terazzi...».
Alle ore 16 dopo due parole di presentazione del Presidente Terazzi, la madrina toglie il velo alla fiamma, la bacia e porge auguri di prosperità alla sezione e un ”evviva” al C.A.I. consegnando una busta contenente un`oblazione di £. 1000 alla sezione.
La festa è rallegrata da suoni e canti che si protrarranno sino a sera inoltrata.
Il 16 giugno 1945, domenica, il Presidente Terazzi Piero e suo fratello Nando con Manzoni Giovanni, Pozzetta Mario, Mocchetto Antonio e Punta Francesco lavorano intensamente per tutta la giornata a riattivare la conduttura d`acqua di San Giacomo che presenta 19 fessure perdenti e riassettano il rifugio svuotato di tutto ad eccezione delle panche e del tavolo durante il periodo bellico.
Bibliografia: Cinquant’Anni Di Storia E Passione.
Edizioni C.A.I. Villadossola
”Dal nulla al C.A.I.” Franco Michetti

Soccorso Alpino
Era doveroso che in questa pubblicazione, a ricordare la storia di cinquant`anni di attività della Sezione del Club Alpino Italiano, si parlasse anche del Corpo Soccorso Alpino, che quest`anno celebra i suoi quarant`anni di operatività.
Esso viene fondato ufficialmente durante la riunione del Consiglio Centrale del C.A.I, svoltasi a Bergamo il 12 dicembre 1954 dopo proposta presentata a Bognanco nel mese di settembre del medesimo anno, in occasione del 66° Congresso Nazionale del C.A.I. svoltosi a Domodossola.
Nel 1955 è incaricato il nostro socio e guida alpina Mario Pozzetta, per formare un primo nucleo di volontari che costituiranno la ”Stazione di Soccorso Alpino di Villadossola”, composta dalla guida alpina Antonio Mochetto e da Roberto Anchieri, Franco Vanni, Attilio Bianchetti, Rossi Sergio, e quale Capo Stazione Mario Pozzetta.
Si formava così su tutto l`arco alpino un`organizzazione di soccorso che operava in caso di calamità ed interveniva in aiuto a tutti coloro che si trovavano in difficoltà in montagna.
Nella nostra zona, prima della costituzione del Corpo Soccorso Alpino, erano i soci appartenenti alla locale sezione del C.A.I. ad essere chiamati in caso di bisogno; come sul monte Proman alla ricerca di un escursionista disperso, e all`alpe Cavallo, dove un escursionista durante la discesa e col sopraggiungere della pioggia perdeva l`orientamento, e ricordiamo anche la ricerca di un escursionista scomparso nella zona del Fornalino, trovato poi assassinato e l`intervento notturno per una persona anziana, dispersa nella zona dell`alpe San Giacomo, poi ritrovata a Cimamulera; questi gli interventi più significativi, ed altri ancora ne sono stati fatti.
Nel 1955, quando il Corpo Soccorso Alpino è in fase di formazione, ecco due interventi difficoltosi a cui partecipano nostri soci volontari: quello in agosto sulla cresta Signal - Sergio Rossi e Piero Succi - e in ottobre sulla Weissmies - Mario Pozzetta, Antonio Mochetto, Sergio Rossi .
Dopo cinque anni è ormai diventato una realtà importante ed occorrono più volontari; nasce così il gruppo di Antrona, composto dai fratelli Virgilio e Dante Valterio, Mario ed Eugenio Zana, Gino Rametti, Franco Farioli, Franco Moroni, Guido Centamori.
Nel 1966 la forza della stazione è composta da 15 volontari, agli elencati soprascritti si aggiungono: Remo Farioli, Almo Pasquali, Sergio Francina, mentre lascia il gruppo Roberto Anchieri trasferitesi in Uganda.
In quest`anno il Direttore del Soccorso Alpino Bruno Toniolo promette l`arrivo di un cucciolo di pastore tedesco da addestrare per il soccorso di travolti da valanga; esso arriva nel 1967, si chiama Marco e viene consegnato al volontario di Domodossola De Monte Giovanni. Dopo pochi mesi per questioni di salute il De Monte deve lasciare l`incarico e Marco, condotto da Sergio Francina, inizia l`addestramento partecipando ai corsi nazionali che si tengono a Solda (BZ).
Il corso triennale termina nel 1970 e Marco ha un altro conduttore, Sergio Rossi, che già conosceva il cucciolo poiché cognato del Francina, che nello stesso periodo si afferma maestro di sci; a corso ultimato l`unità cinofila così composta viene abilitata per la ricerca di travolti da valanga.
Il 20 maggio 1967 il Consiglio Centrale del C.A.I. stabilisce la variazione della denominazione in
”Corpo Nazionale Soccorso Alpino” e nel 1969 il Presidente della Repubblica On. Giuseppe Saragat conferisce al C.N.S.A. la Medaglia d`Oro al Valore Civile con la seguente motivazione:
«1995/1968, si prodigava in audaci operazioni di soccorso, nel pietoso ricupero di vittime della montagna, affrontando con intrepido coraggio pericoli immani ed offrendo sublimi prove di abnegazione ed eroismo».
Nel 1972, durante la Festa della Montagna, svoltasi a Macugnaga, viene conferito alla Stazione di Villadossola del C.N.S.A. il ”Diploma al merito con medaglia d`oro”.
Dopo vent`anni di attività, nel 1975, a Mario Pozzetta come Capo Stazione succede Sergio Rossi e suo vice Benito Giovannone;
la forza della stazione è aumentata a 22 componenti così suddivisi: due guide alpine, due portatori, un maestro di sci, quattro tecnici di soccorso alpino, quattro unità cinofile. Dal lontano 1955 si è intervenuti a: 24 operazioni di soccorso, riportando a valle 10 salme e 25 feriti, addestramenti locali e nazionali per un complessivo di 2.979 uomini giornata, di cui 2.668 per azioni di soccorso e 311 per addestramento, inoltre si è assicurata assistenza e collegamento radio ai primi Giochi della Gioventù Invernali svoltisi in valle Antrona, programmazione di filmati e diapositive per tutti gli alunni delle Scuole Elementari di Villadossola, assistenza con posti di soccorso e collegamenti radio per la marcia Alpina ”A pé per Vila Vegia”, montaggio strutture del Banco di Beneficenza per la festa patronale di San Bartolomeo e questo per tre anni consecutivi, 1972 - 1973 - 1974.
Sempre in questo anno, nei mesi di maggio e settembre, in un`atmosfera di vera amicizia e collaborazione, viene preparato un folto programma di manifestazioni, arricchite da mostre, raduni e concerti per ricordare i vent`anni di attività del C.N.S.A., del Coro Andolla del C.A.I., i trent`anni della costituzione della sezione del C.A.I. e il 75° della Filarmonica di Villadossola.
Il lavoro di addestramento continua in modo intenso, specialmente nel settore cinofilo; era aumentato a quattro unità cinofile operative con l`aggiungersi di Mario Bonacci, Gelso Banchini, Pier Franco Anchieri, mentre Sergio Rossi viene chiamato dalla Dirczione Nazionale quale tecnico del settore cinofilo e più avanti nominato istruttore nazionale.
Il numero delle chiamate di soccorso aumenta, gli interventi sono effettuati anche fuori zona, specialmente in casi di ricerca per travolti da valanga e ricerca dispersi, la nostra stazione acquista sempre più un`efficienza specializzata perché diversi volontari con impegno e determinazione assumono la qualifica di Tecnici di Soccorso Alpino partecipando ai corsi nazionali che si svolgono sul Monte Rosa (1971, al rifugio Zamboni e Zappa) e sul Monte Bianco (rifugio Monzino), mentre per le unità cinofile i corsi si tengono a Solda (BZ), e a S. Caterina Valfurva (SO).
Nel 1976 si cambia la denominazione da stazione di Villadossola a stazione Villadossola/Antrona; in questo medesimo anno viene conferito al Gruppo di Soccorso Alpino di Antrona e suoi collaboratori il ”Premio di Bontà Giuseppe Morelli” per gli interventi effettuati ed in special modo per quello prestato alla ricerca e poi al recupero della salma di Tonelli Marco.
Con la formazione nel 1978 del gruppo di Premosello, si porta il numero degli effettivi a 35 volontari; viene così coperto tutto il territorio di nostra competenza.
Ci sono sempre più chiamate di soccorso e per interventi hanno bisogno d`aiuto non solo alpinisti ed escursionisti, ma anche fra i più diversi: pescatori, cacciatori, cercatori di funghi, ecc. Ricerche difficili, per le quali occorrono molti volontari organizzati al meglio; il più delle volte si cerca di utilizzare le unità cinofile da valanga anche in altri casi sperimentandone l`efficacia, che purtroppo ha esito positivo solo in pochi casi. Sempre nell`anno in corso, durante la XI Festa della Montagna svoltasi a Cheggio di Antrona, viene conferito il premio ”Fedeltà alla Montagna” con la seguente motivazione: «Per il disinteressato e continuo aiuto agli alpinisti in difficoltà».
Durante la ricerca di un bambino all`alpe Capraga, era il 1979, si viene a conoscenza di un`unità cinofila (conduttore Cattaneo Stefano con Roki) addestrata in Svizzera con tecnica appropriata.
Così nel 1980, tramite l`istruttore del Cattaneo sig. Guerra Primo di Locano, alcuni cinofili del C.N.S.A. di Villadossola partecipano ad alcune sedute di addestramento ed agli esami di qualificazione quali osservatori.
Nel 1981 con l`appoggio indispensabile della Società Cinofila Svizzera di Locano si riesce ad indire un corso per cani da ricerca nel mese di novembre, della durata di quattro fine settimana, a cui partecipano: Banchini, Bonacci, De Negri, Janner, Mazzocchi, Giacomelli, Darioli, Rossi. Questo ha permesso di conoscere a fondo le tecniche di addestramento e a fine corso il lavoro svolto viene visionato dal Coordinatore Nazionale Unità Cinofile Ing. Leonardo Giaminetto e dal Coordinatore Regionale Riccardo Ravanello, inviati dalla Direzione C.N.S.A.
In questi anni gli interventi sono in continuo aumento anche perché sempre più persone si avvicinano alla montagna. Ora il C.N.S.A. interviene annualmente in 20/25 azioni di soccorso, contro le stesse nell`arco però di vent`anni. Nel frattempo i materiali e le attrezzature, particolarmente quelle per la comunicazione, sono migliorate e con l`uso dell`elicottero si risolvono in breve tempo problematici interventi.
Nel 1983 Sergio Rossi viene eletto Delegato della X Delegazione Ossola, carica svolta in modo egregio per molti anni da Don Pietro Silvestri, perciò Capo Stazione al suo posto viene eletto Benito Giovannone e vice Maurizio Tori, mentre Giulio Frangioni viene chiamato ad essere Vicedelegato.
Gli addestramenti continuano e migliorano anche per l`ausilio dell`elicottero, come sempre negli interventi in collaborazione con il Soccorso Alpino Guardia di Finanza (S.A.G.F.).
Quando viene a mancare prematuramente Benito Giovannone a Capo Stazione viene eletto Maurizio Tori e suo vice Pierluigi Capellaguzzi.
Nel 1987 viene dato incarico a Rossi di organizzare dei corsi a livello regionale per la formazione di unità cinofile da ricerca dispersi in montagna, e come sede viene scelta la stazione di Villadossola, poiché ha il maggior numero di unità cinofile.
I corsi vengono effettuati nel 1987 e 1988 brevettando un discreto numero di unità cinofile non solo locali ma di tutta la regione; sono le prime ed uniche della nostra organizzazione.
Nel 1988 la Regione Piemonte istituisce il servizio di elisoccorso dandone l`organizzazione all`ACI-116; questo non ci trova impreparati poiché nel frattempo siamo riusciti ad effettuare diverse esercitazioni con elicotteri militari del S.A.R., della Eli Servizi Italiani e dell`AIR-Zermatt, perciò nostri operatori vengono richiesti a presidiare permanentemente la base istituita a Borgosesia.
La sede e il deposito materiali di soccorso in un primo tempo erano nella Casa Alpina dott. Rondolini, sede del C.A.I. Nel 1980 venivano spostati vicino alla sede dei Vigili del Fuoco in via Marconi, in un locale dato in uso dal Comune e reso agibile con il lavoro dei volontari. Nel 1993 ci siamo ulteriormente spostati in via Caprilei, in coabitazione con la sede della X Delegazione Ossola; l`immobile è stato dato in uso dal Comune di Villadossola.
In questi ultimi anni si sono potenziati i materiali di soccorso, si sono adottate nuove e migliori tecniche di ricupero anche su impianti a fune (funivie, seggiovie, ovovie ecc.), ci si addestra sempre più con elicotteri e in palestre adeguate.
Sono stati quarant`anni di intenso lavoro, dove la speranza non è mai venuta meno, dove gli esempi di solidarietà sono molti e l`opera prestata è stata data con genuinità e riservatezza, caratteristiche di tutte le genti alpine. Rimangono solo da ricordare tutti coloro che hanno raggiunto le supreme vette e non sono più qui con noi: Mario Pozzetta, Franco Fontana, Benito Giovannone, Gino Rametti, Roberto Anchieri, Almo Pasquali, Claudio Manoni, Giuseppe Piolini.
Bibliografia: Cinquant’Anni Di Storia E Passione.
Edizioni C.A.I. Villadossola
“Soccorso Alpino” Sergio Rossi

Inno del C.A.I. di Villadossola
Versi di Paolo Alfredo Moresco
Musica di Bruno Michele

Su, ragazzi, scarponi alla mano la picozza e il cappello d`alpin, presto è l`alba, si vada lontano verso l`Alpe ch`è il nostro confin! Quando il sole sarà sulle cime pure il nostro vessil bacerà ed allor splenderà sull`alpina beltà mentre ognun canterà: oilà

(Ritornello)

Siam del C.A.I. di Villa! Siamo i fior
della giovinezza e siam l`amor!
Non tramonta mai la nostra fè.
Non conosce sosta il nostro piè.
Questo è il nostro motto «Ancor più in su
quando in cuor non manca la virtù»
e sui monti allor si griderà: hip, hip, hurrà!

Vien la sera! Ragazzi, torniamo torniamo verso il piano, alla casa, all`amor, ma nel cuore ogni cima portiamo e sul sacco un bei mazzo di fior! Ritorniamo, cantando a gran voce:
«Gioia e forza l`ascesa ci da» e chi fiacco sarà solo al C.A.I. si farà e con noi canterà: oilà.

(Ritornello)

...

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DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO 05 dic 2019 Errare humanum est

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